
Il Periodo dei Viceré
Castel dell'Ovo, ristrutturato dal vicerè duca d'Alba nel 1663, riassunse le sue funzioni di prigione: vi fu incarcerato il filosofo Tommaso Campanella prima di essere condannato a morte. Durante i moti di Masaniello, gli Spagnoli bombardarono la città dai bastioni del castello.
La Repubblica Napoletana
Castel dell'Ovo, come gli altri forti della città, fu presente nei moti che portarono alla costituzione della Repubblica Napoletana del 1799: Francesi e rivoluzionari vi si asserragliarono, ma quando giunsero le truppe del cardinale Ruffo furono costretti a capitolare.
L’Ottocento
Sotto i re napoleonidi furono costruite casematte e piazzole per artiglieria e quando nel golfo di Napoli nel 1809 avvenne la battaglia navale tra la Marina Napoleonide e quella Anglo-Borbonica, il castello si dimostrò all'altezza della situazione. Dopo il loro ritorno definitivo, i Borbone fortificarono ancor più il Castello con batterie e due ponti levatoi; in seguito, il forte fu nuovamente adibito a prigione ed ebbe tra i reclusi Francesco De Sanctis, Carlo Poerio, Luigi Settembrini e altri protagonisti dei moti del 1848.
Il Novecento
All'inizio del ‘900 su questo isolotto sorsero alcuni celebri «Café Chantants», quali l’Eldorado e il Santa Lucia, ove si davano piacevoli spettacoli che duravano tutta la notte, cui intervenivano personaggi come Edoardo Scarfoglio, Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo e Roberto Bracco.
Oggi il Castello è adibito a convegni e cerimonie d’alto livello. Possono essere visitate le due torri, denominate Normandia e Maestra, i resti della Chiesa di San Salvatore, una sala gotica coperta a volte, una loggia ogivale del '300 trasformata nell'800 in cappella, la Sala delle Colonne, i resti di un loggiato quattrocentesco, le celle dei monaci, il cosiddetto carcere della regina Giovanna ed il grande terrazzo panoramico con i cannoni spagnoli rivolti verso la città.
( fonte Il Brigantino, Il portale del Sud )
Castel dell'Ovo, ristrutturato dal vicerè duca d'Alba nel 1663, riassunse le sue funzioni di prigione: vi fu incarcerato il filosofo Tommaso Campanella prima di essere condannato a morte. Durante i moti di Masaniello, gli Spagnoli bombardarono la città dai bastioni del castello.
La Repubblica Napoletana
Castel dell'Ovo, come gli altri forti della città, fu presente nei moti che portarono alla costituzione della Repubblica Napoletana del 1799: Francesi e rivoluzionari vi si asserragliarono, ma quando giunsero le truppe del cardinale Ruffo furono costretti a capitolare.
L’Ottocento
Sotto i re napoleonidi furono costruite casematte e piazzole per artiglieria e quando nel golfo di Napoli nel 1809 avvenne la battaglia navale tra la Marina Napoleonide e quella Anglo-Borbonica, il castello si dimostrò all'altezza della situazione. Dopo il loro ritorno definitivo, i Borbone fortificarono ancor più il Castello con batterie e due ponti levatoi; in seguito, il forte fu nuovamente adibito a prigione ed ebbe tra i reclusi Francesco De Sanctis, Carlo Poerio, Luigi Settembrini e altri protagonisti dei moti del 1848.
Il Novecento
All'inizio del ‘900 su questo isolotto sorsero alcuni celebri «Café Chantants», quali l’Eldorado e il Santa Lucia, ove si davano piacevoli spettacoli che duravano tutta la notte, cui intervenivano personaggi come Edoardo Scarfoglio, Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo e Roberto Bracco.
Oggi il Castello è adibito a convegni e cerimonie d’alto livello. Possono essere visitate le due torri, denominate Normandia e Maestra, i resti della Chiesa di San Salvatore, una sala gotica coperta a volte, una loggia ogivale del '300 trasformata nell'800 in cappella, la Sala delle Colonne, i resti di un loggiato quattrocentesco, le celle dei monaci, il cosiddetto carcere della regina Giovanna ed il grande terrazzo panoramico con i cannoni spagnoli rivolti verso la città.
( fonte Il Brigantino, Il portale del Sud )
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