venerdì 12 giugno 2009

Tradizione Culinaria: il caffè.



“Ma cu sti mode, oje Bríggeta, ‘na tazza 'e café parite: sotto tenite 'o zzuccaro, e 'ncoppa, amara site!”
(‘A tazza ‘e cafè –Canzone popolare napoletana)
Un vero e proprio rituale quello del digestivo napoletano. Caffè e liquori (detti ammazzacaffè) arricchiscono con prodotti di qualità e varietà di preparazione la tradizione culinaria partenopea.
Gran parte dei Napoletani ritiene che il caffè partenopeo sia unico per aroma e densità. Molte leggende metropolitane cercano di avvalorare quest'affermazione in base a vari motivi, che vanno dall'acqua del Serino, al tipo di miscela, alla calibrazione della macchina, o, più semplicemente, all'abilità dei baristi napoletani. Per un napoletano ogni momento è buono per un caffé: se si indagasse a fondo la storia di questa città e dei suoi abitanti, certamente si scoprirebbe che molte decisioni fondamentali siano state prese in piedi, davanti a "na tazzulella è café".

« Sul becco io ci metto questo "coppitello" di carta... il fumo denso del primo caffè che scorre, che è poi il più carico non si disperde. Come pure ... prima di colare l'acqua, che bisogna farla bollire per tre quattro minuti, per lo meno ... nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata ... in modo che, nel momento della colata, l'acqua in pieno calore già si aromatizza per conto suo. »
(Dal film “Questi fantasmi” – Eduardo de Filippo)

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